Il microblading è la tecnica estetica ideale per ricostruire, ridefinire o rinfoltire le sopracciglia: ma quanto dura l’effetto di questo trattamento? Il microblading ha una durata media che oscilla tra un anno ed un anno e mezzo, in relazione alla caratteristiche individuali della pelle.
Il risultato finale del microblading viene spesso definito come ‘sopracciglia tatuate’, ma in realtà è un termine improprio che può creare confusione. Il tatuaggio è permanente, il microblading no.
Come mai questa confusione semantica? Il microblading, in effetti, è realizzato sulla base dello stesso principio dei tatuaggi: entrambe le tecniche hanno in comune l’iniezione di pigmenti nella pelle con degli aghi, ma le similitudini finiscono qui.
Ad esempio, la strumentazione è molto differente. Gli aghi del microblading sono molto più sottili rispetto a quelli usati per un tatuaggio e vengono inseriti su uno strumento, andando a comporre una punta unica con cui eseguire l’operazione di inserimento dei pigmenti.
Differenza fondamentale, il microblading non è realizzato con l’utilizzo di macchinari elettrici, è un lavoro di eleganza e precisione. Per certi versi, infatti, lo strumento è più simile ad una penna, capace di ‘disegnare’ le sopracciglia pelo per pelo.
Questo insieme di fattori comporta un altro elemento di differenziazione: l’invasività. Data la tipologia di strumentazione, il microblading è molto meno invasivo (e doloroso) rispetto ad un tatuaggio, il pigmento viene depositato meno in profondità, creando meno disagio per chi si sottopone al trattamento.
Parlando di pigmenti, quelli usati per il microblading hanno una composizione molto particolare, organica o inorganica a seconda dei casi, che li rende bioassorbibili, andando a puntare su un’integrazione del colore molto più naturale.
Unendo la profondità di iniezione dei pigmenti e le loro caratteristiche peculiari, non si ha un legamento permanente del colore e delle cellule del derma. Si ottiene così un trucco semipermanente per sopracciglia, che è stato il punto di partenza per questo chiarimento sulle differenze tra microblading e tatuaggio.
Inizialmente, però, si è detto che la durata del microblading non è definita con precisione, partendo da un periodo minimo di 12 mesi. Come mai questo elemento di incertezza? La risposta breve è che ogni persona è diversa.
Andando a spiegare nel dettaglio, si tratta di una serie di fattori biologici che rendono la pelle differente da individuo a individuo. Poiché i pigmenti si legano a cellule in uno strato del derma che è soggetto al ricambio cellulare, vengono smaltiti gradualmente e l’effetto del trattamento del microblading si attenua fino a scomparire con lo scorrere del tempo. Il ritmo con cui avviene il ricambio cellulare dipende appunto da caratteristiche individuali difficili da prevedere con precisione, ma la qualità della pelle (più grassa o più secca) può essere un indicatore in linea di massima.
Considerati questi fatti, se si desidera mantenere il look realizzato con il microblading è consigliabile ripetere il trattamento annualmente, per prolungarne la durata. Per quanto possa sembrare fastidiosa l’idea di dover ripetere il processo, il fatto che sia un trucco semipermanente per sopracciglia permette di sperimentare e cambiare liberamente il proprio look senza la paura di effetti permanenti; in caso non ci si trovi a proprio agio con il proprio nuovo aspetto, è sufficiente aspettare.
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