Nel campo del trucco semipermanente la scelta del pigmento è fondamentale: ma cosa contengono questi colori? Solo grazie ad un mix di sostanze organiche e inorganiche si ottengono i risultati desiderati. Vediamo di approfondire.
Le azioni di dermopigmentazione, come microblading, tricopigmentazione o interventi paramedicali, sono letteralmente l’atto di iniettare del colore all’interno delle cellule della pelle di chi ha deciso di sottoporsi a quel genere di trattamento.
Come già spiegato, questo tipo di operazione richiama subito alla mente il tatuaggio e spesso si fa riferimento a sopracciglia tatuate; ancora una volta è importante ribadire che i risultati della dermopigmentazione non sono permanenti per una serie di fattori: in quest’occasione ci concentreremo su uno di essi, ovvero i pigmenti.
Partiamo da qualche annotazione puramente teorica: un pigmento è una sostanza capace di modificare il colore di un materiale senza sciogliersi, garantendo la stabilità del risultato della colorazione e la sua durata; inoltre, questa sua proprietà gli permette un più ampio campo di applicazione pratica, riuscendo ad integrarsi efficacemente in numerosi contesti di applicazione. Queste caratteristiche li rendono più efficienti rispetto ad un colorante e conseguentemente adatti agli scopi del trucco semipermanente.
I pigmenti possono essere naturali o sintetici, organici o inorganici: alcuni di questi colori, ad esempio, vengono da rocce e minerali appositamente trattati e purificati, mentre altri derivano da strutture biologiche, come le cellule delle piante, la cui clorofilla viene utilizzata per realizzare colori sulla fascia cromatica del verde per citare un caso specifico; i pigmenti sintetici, come facilmente intuibile dal nome, sono creati ad hoc in laboratorio.
Per quanto riguarda la dermopigmentazione, la scelta migliore per i pigmenti è un mix di sostanze organiche e di sostanze inorganiche: le prime offrono colori brillanti e di sicuro impatto visivo, mentre le seconde permettono di stabilizzare e massimizzare la durata del trattamento, garantendo un’ottima tenuta del colore che previene da viraggi cromatici indesiderati. I pigmenti di origine naturale, inoltre, vengono considerati meno invasivi per il corpo rispetto a quelli chimici, aiutando a prevenire reazioni indesiderate come allergie.
Grazie al vasto repertorio di materie prime combinato con il know how del campo dell’estetica, il trucco semipermanente ha a disposizione una grande varietà di colori tra cui scegliere, per puntare a soluzioni più o meno audaci per aiutare nella definizione dell’aspetto di una persona.
I pigmenti per sopracciglia tendono, giustamente, ad avere colori che ricalcano quelli che può avere una persona normalmente: visto che lo scopo del trucco semipermanente e del microblading è quello di puntare ad un risultato visivo il più naturale possibile, un turchese sarebbe controproducente. Troviamo quindi, in varie tonalità e sfumature, neri, grigi, castani, biondi e rossi naturali, tutti mescolabili tra loro e con appositi correttori per trovare la giusta nuance per chi si sottopone al trattamento.
Per quanto riguarda il trucco semipermanente delle labbra e per l’eyeliner, si può sperimentare maggiormente, cercando soluzioni cromatiche capaci di risaltare maggiormente al primo impatto. Per le labbra, i rossi rimangono sempre la scelta d’eccellenza con varie opzioni tra cui scegliere: si può optare, ad esempio, per toni molto accesi che catturano l’ardore di una fiamma. Per l’eyeliner entrano in gioco colori più freddi, ma carichi di fascino e di mistero, come un intenso blu oltreoceano oppure un raffinato verde smeraldo.
Se vuoi sapere di più sui pigmenti per sopracciglia e sul trucco semipermanente in generale, non esitare a contattarci.