Microblading, tatuaggio estetico, micropigmentazione, trucco permanente e trucco semipermanente: tanti termini simili, ma alcuni indicano trattamenti molto diversi tra loro, come esecuzione e qualità del risultato finale. Vediamo queste distinzioni.
Il microblading è un trattamento che mira a ridefinire o, in casi particolari come nelle persone affette da alopecia, a ricostruire completamente da zero la forma delle sopracciglia. Per raggiungere questo scopo si utilizza una particolare penna che presenta, al posto della punta, una testa intercambiabile composta da un numero variabile di piccolissimi e sottilissimi aghi che, assieme, costituiscono una microlama (da cui deriva il nome microblading appunto).
Con questo strumento vengono eseguite delle microiniezioni di particolari pigmenti che vengono depositati direttamente nelle cellule dello strato più esterno del derma, andando a creare un effetto visivo che imita la presenza di sopracciglia vere e proprie. In questo modo si crea una forma ben definita per le sopracciglia, per un look accattivante, ma soprattutto naturale, che si integra con l’aspetto originale della persona celando il tocco artificiale. Questi pigmenti non sono permanenti, vengono smaltiti naturalmente nel corso del tempo dall’organismo stesso, senza necessità di interventi di rimozione: se si vuole prolungarne l’effetto, si può invece sottoporsi ad un trattamento di rinnovo dopo un anno/un anno e mezzo.
Il tatuaggio a scopo estetico è un trattamento più simile al tatuaggio vero e proprio, che inietta il pigmento sotto pelle con uno strumento meccanico, una macchina apposita per far penetrare il colore in uno strato più profondo rispetto al microblading. In questo modo la permanenza del colore risulta più duratura, ma per contro l’assenza di un tocco manuale tende a creare risultati molto più artificiali. Bisogna comunque far attenzione a non confondersi col tatuaggio vero e proprio di sopracciglia, che appunto punta ad effettuare un tatuaggio permanente per disegnare o definire le sopracciglia, una pratica che può portare a risultati insoddisfacenti che però rimangono sulla pelle.
La micropigmentazione (o dermopigmentazione) è un macrotermine che indica tutti i trattamenti pensati per iniettare dei pigmenti a livello cellulare per creare effetti di colorazione visibili a livello macroscopico. Il microblading è effettivamente un trattamento di micropigmentazione specificatamente rivolto alla definizione o al disegno da zero delle sopracciglia. Altri tipi di dermopigmentazione sono quelli rivolti per labbra e eyeline, i trattamenti di natura paramedicale pensati per nascondere cicatrici e altri segni di intervento chirurgico o incidente, la tricopigmentazione per creare effetti di rinfoltimento e rasati sul cuoio capelluto in casi di calvizie e di alopecia, e la ricostruzione dell’areola mammaria.
Con trucco permanente e trucco semipermanente troviamo il più grande fattore in termini di confusione terminologica: per quanto i due aggettivi siano molto diversi, si tratta della stessa identica cosa e rientra nella stessa definizione di dermopigmentazione e micropigmentazione. Perché questa distinzione? Da una parte di può obbiettare che ‘permanente’ sia un termine scorretto, visto che svanisce dopo un periodo definito di tempo senza effetti, appunto, permanenti; per contro, ‘semipermanente’ sembra definire un effetto fin troppo temporaneo, mentre si tratta di una colorazione che dura svariati mesi, se non più di un anno. Entrambi i termini comunque indicano la dermopigmentazione (o micropigmentazione) e se applicati alle sopracciglia parliamo di microblading.
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