Il microblading in Italia è una tecnica innovativa sempre più diffusa: la scena della dermopigmentazione italiana di cui godiamo oggi è il risultato di un lungo processo di penetrazione e di cambiamento dell’estetica del Bel Paese, intrapreso da figure che si sono affermate nel settore.
La sfida principale è stata quella di diffondere una corretta conoscenza della tecnica, sfatando miti, rassicurando le persone e creando reale consapevolezza sul microblading, sui suoi pregi e sulle precauzioni da prendere: il microblading, infatti, è una tecnica di trucco semipermanente che prevede il deposito di pigmenti biocompatibili nello strato più superficiale della pelle, per creare un effetto makeup che definisce o cambia la forma delle sopracciglia senza la necessità di ulteriori cure o ritocchi.
I vantaggi del microblading in Italia e nel mondo
Il grande vantaggio del microblading è proprio questo: con un trattamento articolato in due sedute (una principale e una di ritocco a distanza di un mese dalla prima), si può dire addio al makeup tradizionale per un periodo di circa un anno, al termine del quale si può decidere di lasciar scomparire naturalmente i pigmenti sottopelle oppure di rinnovare il trucco semipermanente, con maggiore rapidità e minori costi rispetto all’intervento originale.
Significa anche il cliente deve essere conscio che la forma scelta, per quanto non definitiva, rimarrà sul suo viso per molti mesi ed è altresì importante essere consci di eventuali allergie o patologie ematiche, vista la necessità di effettuare microtagli sulla superficie della pelle per depositare il pigmento.
Altra cosa importante nel diffondere il microblading in Italia è stato distinguerlo dal tatuaggio: per quanto siano entrambi interventi di dermopigmentazione, il tatuaggio usa strumenti e pigmenti completamente diversi, e il trattamento va più in profondità nella pelle, risultando più doloroso e, soprattutto, permanente.
Spesso tatuaggi estetici vengono spacciati per microblading, ma spesso mancano dell’effetto naturale che la tecnica di trucco semipermanente può donare e quindi questi tatuaggi risultano visibilmente artificiali.
Come si è diffuso il microblading in Italia?
Jurgita Jasiunaite ha fortemente contribuito allo sviluppo e alla diffusione del microblading in Italia con la sua Maison Beautè e i corsi di trucco semipermanente in tutto il Paese e anche all’estero, che l’hanno portata a fondare la J Academy: un network di ambizione mondiale rivolto a tutti gli specialisti e ai neofiti di ogni settore dell’estetica, a partire dall’estetica avanzata, passando per la dermopigmentazione, trucco permanente, trattamenti viso con plasma, micro needling, cosmetologia avanzata e, ovviamente, microblading.
Attraverso i suoi corsi formativi, Jurgita ha diffuso il microblading creando nuove generazioni di professionisti in grado di esercitare la professione o che a loro volta assumono il ruolo di Master e di docente, in un ciclo di continua condivisione di esperienze.
Microblading: la tecnica che mancava nel nostro paese
Il microblading in Italia ha anche significato un adeguamento (o perlomeno una chiarificazione) delle normative per includere questo tipo di trattamento e definire le condizioni per l’abilitazione professionale a fronte di un’iniziale fumosità disciplinare: il percorso per diventare micropigmentista rientra in quello per “Tatuaggio e Piercing” di 90 ore, a cui si deve aggiungere un attestato nell’uso degli strumenti specifici del microblading, da parte della casa produttrice, direttamente o attraverso figure intermedie appositamente designate.
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