Il trucco semipermanente prevede l’applicazione di particolari pigmenti che vengono depositati nello strato più superficiale del derma con modalità diverse a seconda del tipo di trattamento e della parte del corpo interessata, per garantire risultati curati e stabili nel tempo, senza viraggi indesiderati fino al momento del loro naturale riassorbimento. Vediamo qualche ulteriore dettaglio.
Il trucco semipermanente è un trattamento di dermopigmentazione e quindi, come è intuibile dal nome, il colore gioca un ruolo fondamentale per ottenere il risultato desiderato. Il pigmento scelto dovrà avere una serie di determinate caratteristiche per renderlo adatto a questo tipo di utilizzo estetico.
Il trucco semipermanente è, come ben spiegato dal nome stesso, un trattamento i cui effetti non sono permanenti e svaniscono nel tempo (dai 10 ai 18 mesi a seconda di variabili individuali della pelle): la prima caratteristica fondamentale che un pigmento deve assolutamente avere è quindi quella di essere assorbibile dal corpo senza conseguenze.
Le sostanze scelte nella sua formula devono poter essere smaltite dall’organismo in maniera naturale e senza effetti collaterali: questo fattore lo distingue da forme di dermopigmentazione permanenti come il tatuaggio che, pur basandosi sullo stesso principio (deposito di pigmenti sottopelle), utilizza sostanze non assorbibili e che vengono fatte penetrare più in profondità.
Un’ulteriore caratteristica importantissima è la compatibilità del pigmento con l’organismo, ovvero deve essere anallergico e che non comporti conseguenze per il benessere del paziente.
In parallelo, ci sono da fare tutte le considerazioni sull’impatto estetico del trucco semipermanente, quindi i pigmenti dovranno risultare in colori vividi ed affascinanti, con effetti visivi diversi a seconda della parte del corpo interessata, del trattamento scelto e del risultato a cui si vuole puntare.
Il microblading, ad esempio, vuole realizzare sopracciglia dall’aspetto perfettamente naturale ed integrato con le caratteristiche del viso: per raggiungere questo scopo si usa un tool manuale che permette di ‘disegnare’ uno ad uno i peli che andranno a comporre il look desiderato e pigmenti scelti per riprodurre al meglio i colori originari ed abbinarsi bene alla carnagione della pelle.
Per questo motivo sono stati sviluppati pigmenti appositamente pensati per le esigenze degli operatori professionisti, tra cui SUPE: la caratteristica di spicco della sua formula è il pigmento giallo compresso, che garantisce stabilità cromatica e risultati impeccabili.
Per altre parti del corpo esiste linee che tengono conto delle diverse finalità estetiche: l’eyeliner, ad esempio, potrà puntare ad effetti visivi più audaci ed accattivanti, grazie a pigmenti dai colori più appariscenti come turchesi, smeraldi e blu profondi, oppure a risultati più discreti e misteriosi, con diverse sfumature di neri e marroni che si integrano maggiormente con le ciglia.
Anche le labbra sono oggetto di trattamenti di dermopigmentazione: si può puntare a correggere la loro forma, a creare un colore uniforme e naturale oppure ad accenderle con pigmenti brillanti e vividi, con numerose sfumature che partono dal rosa e finiscono in rossi e fucsia.
Anche la modalità di applicazione dei pigmenti può creare effetti differenti: le acquarell lips, per esempio, effettuano un riempimento privo di un contorno ben definito, valorizzando il colore naturale delle labbra per un look femminile, delicato e discreto.
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